Salvate il soldato Jakob: con quella strategia non vincerà più titoli sui 1500
PARIGI – qualcuno salvi il soldato Jakob. Partiamo da una premesse d’obbligo: se Jakob Ingebrigtsen, dovrebbero inventarlo, E’ uno dei pochi “game changer” dell’intero panorama atletico, uno dei pochi che cerca gli avversari, non li scansa; che vede l’atletica come uno scontro tra uomini (e donne) e non come una sfida personale a tempi e prestazioni. Da qui il suo modo di parlare senza peli sulla lingua, così divisivo ma anche così attrattivo per chi fa informazione. Tutti gli altri, durante le conferenze stampa, sono una litania di banalità, frasi fatte, ovvietà, scarsi slanci, pretattica ossessiva. Jakob dice invece quello che pensa, e sulle sue parole si costruiscono narrazioni, come quella con Josh Kerr. La finale olimpica dei 1500 maschili ha avuto esattamente il canovaccio che tutti pensavano avrebbe avuto: Jakob Ingebrigtsen che trascina il gruppo per una sfida a chi molla per ultimo. Stavolta non ha aspettato però 500 metri, è partito subito e così si è trasformato nella miglior lepre olimpica della storia, trascinando l’intero gruppo a tempi stellari, non ultimo il record italiano di Pietro Arese. 3 record nazionali e 7 PB in una finale olimpica: incredibile. Nel momento in cui ha fatto quello che tutti pensavano […]
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